LA SELVA DI CHAMBONS
L’antico lariceto che si estende alle spalle dell’abitato di Chambons, nel comune di Fenestrelle, rappresenta un selezionatissimo manto forestale nato per svolgere nei secoli un’azione di protezione idrogeologica contro slavine, frane e valanghe.
La Selva è nata con Chambons in tempi medievali. Il sorgere della piccola borgata ha reso il bosco sul pendio sovrastante di particolare importanza strategica, per cui tagliando le piante più deboli e infittendo la popolazione di larici noti fin dall'antichità per la loro forza e resistenza, si creò una vera e propria “serva” (dal francese “reserver” che significa conservare e proteggere, ovvero un bosco impiantato e rinfoltito a difesa dell’abitato). Per lo stesso motivo la Selva di Chambons venne anche chiamata “Bandita”: in essa erano vietati il taglio e il pascolo.
Un centinaio di documenti anche molto antichi testimoniano la storica rilevanza di questo lariceto: un ordinamento del 1515 recitava “nessuno osi tagliare, scortecciare, danneggiare o asportare alberi tanto verdi quanto secchi nella salvaguardia di Boc Reynaud” ( "Reynaud" è probabilmente il cognome dell'ignoto personaggio che costituì la Serva). Nel 1791 il Real Senato del Piemonte approvava uno statuto che prevedeva pene severissime per chi tagliasse le piante ad alto fusto a difesa dell’abitato di Chambons. Una Regia Patente del 1882 disposta da Carlo Felice prevedeva che gli alberi di qualsivoglia sorta, che sono atti a sostenere le nevi ed impedire le valanghe e le cadute di terreno, non possono essere giammai tagliati” sotto pene pecuniarie e il risarcimento dei danni.
La storia più recente è invece una triste vicenda di tagli continui ed estesi, per cui oggi rimane poco di quella che il De Amicis nel suo libro “Alle Porte d’Itala” aveva definito “una moltitudine innumerata di giganti”. Negli ultimi anni è stata intrapresa una sostanziale rivalutazione dell’area con interventi di recupero di carattere forestale e turistico: soprattutto nel periodo estivo vengono organizzate escursioni didattiche alla selva.
Per riconoscere e non dimenticare!